UNA VISIONE CHE PRENDE CORPO E DIVENTA CITTÀ
Le europee sono finite e questo gruppo ha dato prova di maturità, ancorché neonato. Abbiamo votato, abbiamo scelto, abbiamo pensato, ognuno con la propria testa, abbiamo tifato, ognuno col proprio cuore. Ci siamo separati, ma mai divisi. Adesso però dobbiamo tornare ad essere un gruppo, anzi dobbiamo cominciare ad essere una squadra. Anzi no, adesso dobbiamo cominciare ad essere una visione, una visione che prende corpo e diventa città. La città di tutti i giorni. Non la plastica raffigurazione di un modello perfetto, bensì una città che sia vivibile in tutte le sue quotidiane sfaccettature. Occupiamoci di questo, proponiamo alla gente e alla politica questo modello di città a misura di cittadino e lasciamo gli orpelli del politichese e dei massimi sistemi ai finti giganti.
Badate bene: il compito è gravoso e richiede uno sforzo di gran lunga maggiore dell’essere in qualche chat o del semplice proclamare partecipazione. Richiede fatica e voglia di protagonismo. No ai perditempo, no ai presenzialisti, no ai figuranti, no ai cortigiani. Ma una classe dirigente in fieri, che abbia idee, proposte e azioni da mettere in campo.
Se davvero pensate che Palermo meriti di più e avete il coraggio di osare, accompagnatemi.
Ci prendiamo in mano Palermo e la rivoltiamo come un calzino.